martedì 30 dicembre 2014

I bordelli pedofili dell'Europa Unita (Schengen rivisitato)




Nel 2001 l'Interpol (l'Organizzazione Internazionale della Polizia Criminale) ha pubblicato un rapporto, che nessun media main stream italiano ha mai pubblicato, in cui denuncia che in alcuni paesi europei (Inghilterra, Spagna, Olanda, Belgio) esistono delle scuole di preparazione delle vittime per pedofili, dei veri e propri lager di addestramento alla tortura fisica e psicologica. 

In pratica le organizzazioni pedofile, per ovviare al problema di bambini che non reggevano per più di un certo tempo agli abusi sessuali, hanno messo a punto delle tecniche di traumatizzazione graduale a cui sottoporre le vittime per prepararle agli abusi e alle sevizie sessuali. 
Il metodo della “traumatizzazione” prevede alcuni passaggi successivi:
1) I bambini vengono picchiati, con violenza graduale via via sempre più feroci, per alzare la loro soglia del dolore
2) I bambini vengono subiscono poi una sorta di lavaggio del cervello, mostrando loro in continuazione scene di sesso tra adulti e bambini. Scene proiettate su DVD o anche dal vivo
3) I bambini vengono costretti ad avere rapporti sessuali con uno o più adulti
4) Infine i bambini vengono ceduti a pagamento ai pedofili
Questi bordelli gestiti da pedofili e infanticidi sono attivi nelle principali città del nord Europa. Gli abusi avvengono in appartamenti privati, chiese e scuole (sono documentati casi di gruppi di alunni o di intere classi che vengono prelevati da scuola e portati, con la complicità di docenti e personale ausiliario.
Nella cittadina di Zandvoort, in Olanda, un'inchiesta della polizia ha portato alla luce più di 300 abusi compiuti da una rete criminale di pedofili che abusava dei bambini degli asili nido. 
In Germania un'inchiesta del Bild, un quotidiano tedesco a tiratura nazionale, ha rivelato che esiste nel paese una rete di pedofili che importa bambini provenienti dall'Europa dell'Est e dall'America Centrale per inserirli come schiavi del sesso nei bordelli delle principali città tedesche, che ufficialmente impiegano personale maggiorenne e consenziente ma che in realtà fanno prostituire nei retro dei locali bambini e ragazzini senza documenti per venderli a pagamento ai pedofili locali. 
A Rignano Flaminio, in Italia, le famiglie dei bambini della scuola materna del paese hanno denunciato una casistica simile. Sebbene il processo in appello abbia scagionato da ogni accusa gli imputati, sulla vicenda persistono ancora moltissimi punti oscuri che la magistratura non ha voluto o potuto chiarire. Per non parlare poi degli abusi e delle violenze perpetrate all'interno delle cosiddette comunità di recupero o centri di accoglienza per minori, il cui caso più eclatante è quello del Forteto, nell'Appennino fiorentino, dove per una trentina d'anni decine di bambini e ragazzi hanno subito violenza sessuale e psicologica da parte dei gestori della comunità nel silenzio totale di magistratura, AUSL e servizi sociali. Sulla vicenda è in corso un processo che vede imputati 23 soci della cooperativa che gestiva la comunità. 
Ma per politici, avvocati e magistrati con le fettine di prosciutto sugli occhi si tratta solo di psicosi di massa. In Italia ogni anno spariscono circa 1000 minori (senza contare i bambini clandestini o non registrati all'anagrafe), di cui il 30% non fa più ritorno alle proprie case. Che fine fanno? Non si sa o si preferisce non indagare fino in fondo.
Questa è l'Europa del libero scambio delle merci, delle persone, delle idee. E dei bambini da seviziare e schiavizzare, aggiungiamo. Ovvero Schengen in versione pedofila 2.0

Apologeti della pedofilia - Marco Pannella



Marco Pannella, tra un digiuno e una partecipazione a una delle tante trasmissioni televisive spazzatura, spesso trova anche il tempo per esternare le sue idee pro pedofilia e pro incesto, il tutto rigorosamente davanti i riflettori delle telecamere. 

L'assunto di base del pensiero liberal di Pannella e compagni di partito (che, dopo lo scioglimento del PR, sono confluiti in parte nel PDL e in parte nel PD), è che la pedofilia, quando non danneggia nessuno (cioè quando non si traduce in abuso fisico, sfruttamento della prostituzione minorile ecc.) è un orientamento sessuale come un altro, da equiparare quindi all'eterosessualità e dell'omosessualità. Peccato che il pensiero di Pannella cozzi con tutti gli studi clinici di generazioni di psichiatri e criminologi, che hanno da tempo classificato la pedofilia come psicopatia e comportamento socialmente deviante.
Ecco a voi una carrellata delle sue farneticanti quanto delinquenziali dichiarazioni a favore della legalizzazione della pedofilia.

“In ogni caso in uno Stato di diritto essere pedofili, proclamarsi tali o anche sostenerne la legittimità non può essere considerato reato; la pedofilia, come qualsiasi altra preferenza sessuale, diventa reato nel momento in cui danneggia altre persone. È invece certo che criminalizzare i pedofili in quanto tali - come "categoria" - non sulla base dei loro comportamenti ma della loro "condizione", non è ulteriormente tollerabile, e alimenta forme di psicosi sociale, e eccessi di intolleranza che non costituiscono un'argine alla violenza contro i minori, ma uno stimolo a una caccia agli "untori" letteralmente devastante sul piano civile o politico” (dichiarazione rilasciata durante un convegno del Partito Radicale tenutosi a Roma nel 1998 al Senato della Repubblica e avente per titolo “Pedofilia e Internet, vecchie ossessioni e nuove critiche”).

“Siamo certi che gli adolescenti a cui molti paesi del mondo attribuiscono la capacità di rispondere in giudizio delle proprie azioni non abbiano invece pari consapevolezza e responsabilità nell’ambito sessuale? In ogni caso in uno Stato di diritto, essere pedofili, proclamarsi tali, o anche sostenerne la legittimità, non può essere considerato reato” 
(ibidem).

“Quindi, è del tutto inaccettabile la criminalizzazione di un orientamento sessuale [la pedofilia, n.d.A.) in quanto tale. Si tratta di affermare il diritto di tutti e di ciascuno a non essere condannati e nemmeno giudicati, sulla base della riprovazione morale che altri possono provare nei confronti delle loro preferenze sessuali. Criminalizzare i pedofili in quanto tali, al contrario, non serve a tutelare i minori, ma solo a creare un clima incivile” (estratto di una lettera di Pannella pubblicata sul quotidiano Libero il 30/10/2000).

Il problema in Italia non è la pedofilia – esiste anche la pedofobia (???) - ma la sessuofobia. Alla base di tutto c'è che si continua a ritenere il minorenne un minorato. Si continua a ritenere il ragazzino come privo di una sua personalità, mentre sappiamo che anche il neonato all'inizio, anche dentro la pancia, ha istinti di carattere sessuale. Il problema è [ritenere] che il ragazzino di 16-17 anni è necessariamente plagiato dal pedofilo” (dichiarazione rilasciata durante un'intervista alla redazione di Lo Sai)

Ogni commento è superfluo

venerdì 26 dicembre 2014

Barcellona: un manifesto che promuove la pedofilia alla fermata dell'autobus




Pensavamo che l'Europa avesse toccato il fondo in tema di sdoganamento della pedofilia e invece dobbiamo ancora una volta ricrederci. 

A inizio 2014 nella cosmopolita Barcellona è stato affisso a una fermata dell'autobus (e, presumibilmente, prima che la polemica scoppiasse e i manifesti venissero rimossi, anche in altre fermate della città) un manifesto pubblicitario che inneggia alla pedofilia. 
Come si può vedere dalla foto allegata, nel manifesto compare a caratteri cubitali la parola “Libertà” accompagnata dalla foto nuda di una bambina e dalla didascalia in spagnolo che recita il seguente invito: “Inviaci le foto nude di quando eri un bambino. Per la pornografia infantile, senza abusi. Sì alla pedofilia. No all'abuso”. 
Uno scherzo di pessimo gusto di qualche burlone nullafacente? La provocazione di un pederasta isolato che di sua iniziativa ha affisso il manifesto senza l'autorizzazione della società di trasporti? Niente affatto. Il manifesto era dentro una teca di vetro chiusa a chiave. In seguito alla segnalazione di un giornale locale, il Consiglio comunale di Barcellona ha aperto un'inchiesta che ha accertato che la teca poteva essere aperta solo dai dipendenti della società pubblicitaria che gestisce e cura la manutenzione dei display delle fermate degli autobus. 
A questo punto ci chiediamo: chi ha commissionato alla società di promozione pubblicitaria l'affissione dei manifesti pro pedofilia? Chi si nasconde dietro questa raccapricciante operazione pubblicitaria? Domande che rimarranno senza risposta. Sicuramente chi ha pagato per la creazione, la stampa e l'affissione dei manifesti pedofili è un gruppo organizzato che può contare su risorse economiche. Deplorevole è stato anche il comportamento della società pubblicitaria JCDDecaux, che anziché rifiutarsi di ospitare nelle proprie teche dei manifesti che promuovono la pedopornografia e denunciare il tutto alle autorità cittadine competenti, ha preferito fare business, rendendosi così complice di apologia di reato.
Un'ultima considerazione va fatta infine sull'atteggiamento tollerante che l'opinione pubblica sembra assumere rispetto alla fruizione di materiale pedopornografico. Nella maggior parte dei codici penali dei paesi europei anche la detenzione di materiale pedopornografico costituisce un reato perseguibile penalmente. Le pene sono ovviamente meno severe rispetto all'abuso fisico vero e proprio. Il manifesto di Barcellona gioca abilmente sulla distinzione tra abuso (che il manifesto sembra apparentemente condannare) e la fruizione e condivisione di foto (considerato al contrario lecito). Questa falsa distinzione riflette invero il lassismo e la condiscendenza che una parte dell'opinione pubblica e delle istituzioni ha da sempre verso il fenomeno della pedopornografia consumata senza abuso vero e proprio. In realtà anche la fruizione di immagini e video di contenuto pedopornografico costituisce una forma di abuso, perché va ad alimentare il mercato della pedopornografia on line, facendo impennare la domanda-offerta dello stesso. Finché ci sarà richiesta di materiale pedopornografico, i bambini continueranno ad essere rapiti, seviziati, uccisi.
Peccato che nessun tecnico o responsabile pubblicitario della JCDDecaux abba avuto remore morali di questo tipo. Del resto l'Europa, l'Europa del Trattato di Schengen, ha ratificato la libera circolazione delle merci, delle persone e delle idee. Libertè in salsa pedopornografica, appunto.

lunedì 22 dicembre 2014

MAGISTRATI ANTIPEDOFILIA CORAGGIOSI – ALFREDO ORMANNI

In Europa, quando rappresentanti onesti delle istituzioni denunciano i loschi intrecci tra potere politico e pedopornografia in termini di ostruzionismo alle indagini, coperture e altre forme di insabbiamento, vengono perseguitati, additati come folli o persino rimossi dai loro incarichi. Questo è il caso di Alfredo Ormanni, oggi ex procuratore della Repubblica, che durante la sua carriera di magistrato si è distinto per azioni di denuncia molto coraggiose.
Nel 2000 Ormanni denuncia pubblicamente l'esistenza in Italia di una lobby pedofila che gode di appoggi politici altolocati. All'epoca Ormanni, come titolare di una maxi-inchiesta sulla pedofilia on line avviata dalla procura di Torre Annunziata, indagava da qualche anno su una rete di pedofili scoprendo l'esistenza di un traffico internazionale italo-russo che rapiva, seviziava e uccideva centinaia di bambini, prelevati soprattutto dagli orfanotrofi russi. L'indagine è di proporzioni gigantesche: grazie alla collaborazione con l'Interpol vengono coinvolte più di 1600 persone con mandati di arresto per un centinaio di indagati.
In Italia esiste una vera e propria lobby che potrebbe anche essere sostenuta a livello politico, questo non è un mistero. Non si spiegherebbe altrimenti questoatteggiamento lassista da parte delle istituzioni di fronte a un problema così delicato”. La dichiarazione di Ormanni scatena immediatamente le classiche reazioni rabbiose da coda di paglia dell'establishment politico. Il ministro degli Interni, Enzo Bianco, minaccia azioni legali. Il ministro della Giustizia, il “sempreverde” Piero Fassino, chiede al CSM (Consiglio superiore della Magistratura) di aprire un procedimento disciplinare acarico del magistrato.
Il CSM obbedisce, arrivando persino a esaminare la legittimità del “sito trappola” creato appositamente dalla procura di Torre Annunziate per incastrare i pedofili, con la motivazione che il sito trappola potrebbe costituire un'istigazione al reato! Siamo all'assurdo: magistrati che indagano su altri magistrati perché indagano su dei criminali che abusano e uccidono bambini.
La macchina del fango è spietata. Il Partito Radicale, in particolar modo il loro leader Marco Pannella, non nuovo a battaglie a favore dello sdoganamento della pedofilia, monta contro Ormanni una campagna di diffamazione collaudata con l'aiuto della stampa di regime. Il PR fa addirittura alcune interrogazioni parlamentari contro il procuratore.
Come mai tutto questo accanimento dei Radicali (oggi confluiti nel PdL e, in misura minore, nel PD) contro il procuratore Ormanni? Semplice. Proprio nel 2000 il PR, da sempre attestato su una linea assai tollerante sulla questione della pedofilia, aveva organizzato in Senato un convegno sulla pedofilia, introducendo in quell'occasione il distinguo tra “pedofilia violenta” e “pedofilia non violenta”, dichiarando inoltre quest'ultima una forma soft, quindi legittima e non perseguibile penalmente. Il PR aveva anche aderito simbolicamente alla “Giornata boylove” dell'orgoglio pedofilo, svoltasi il 23 dicembre dello stesso anno. Questo per far comprendere chi erano gli esponenti politici ai quali Ormanni nel suo J'accuse, pur non facendo nomi, si riferiva.
Nel 2004 il magistrato Ormanni è stato assolto dal CSM con formula piena. Ne viene però disposto l'allontanamento dalla procura di Torre Annnziata, evidentemente per togliere al procuratore l'inchiesta sulla pedofilia on line.
Il caso del procuratore Ormanni è emblematico di una insofferenza delle sfere più alte del mondo politico verso tutti coloro che tentano di rimuovere il velo di ipocrisia che copre la realtà delle coperture politiche di cui la pedofilia gode in Italia e nel resto d'Europa. A sostenerlo non sono solo figure isolate del mondo della magistratura e del giornalismo. I casi Rignano Flaminio, Forteto e tanti altri parlano chiaro: esponenti del mondo politico e del mondo della magistratura si sono spesso attivati per proteggere personaggi coinvolti in inchieste sulla pedofilia. Infatti, quando le inchieste sulla pedofilia lambiscono le istituzioni, per esempio scuole, comunità di recupero minori (gestite sia da laici che da ecclesiastici) ecc., entrano immediatamente in azione potenti pressioni dall'alto per minimizzare la gravità dei fatti, quando non persino deviare od ostacolare le indagini.
La verità è che da parte delle istituzioni politiche vi è una volontà di normalizzare il fenomeno della pedofilia, rendendosi di fatto conniventi con chi la pratica e con chi la sostiene e la promuove sul piano ideologico.

giovedì 18 dicembre 2014

Sentenza shock della Corte di Cassazione


Lui 60 anni, lei 11. Lui abusava di lei. Viene scoperto e sottoposto a processo, come in qualsiasi paese normale succede. Viene condannato a 5 anni di reclusione, ma i giudici della Cassazione, ribaltando la sentenza, lo assolvono. La motivazione dei giudizi? Non si tratta di abuso ma di amore. La relazione tra l'uomo e la bambina non era di tipo abusante, ma sentimentale. Lei era consenziente, hanno stabilito i giudizi. Dove è accaduta questa vicenda aberrante? Yemen? Pakistan? No, in Italia. A Catanzaro, per la precisione. 

Da anni associazioni anti-pedofilia, organizzazioni in difesa dell'infanzia, magistrati onesti e qualche parlamentare (pochissimi, ad onor del vero) denunciano la piega anomala che la giustizia italiana ha preso in materia di lotta alla pedofilia. Sì, avete capito bene, proprio in Italia, dove in queste ore ci si sta stracciando le vesti per la folle strage nella scuola pakistana ad opera dei talebani. Indignazione, sconcerto e condanna da parte delle istituzioni, salvo poi tacere di fronte all'ennesima sentenza che legalizza in modo informale la pedofilia, passata sotto silenzio dalla stampa cartacea e dai telegiornali nazionali. 

Particolare inquietante poi, è che l'uomo che ha abusato della undicenne è un impiegato dei servizi sociali al quale la madre della bambina si era rivolta per gestire problematiche familiare legate al disagio economico, impiegato a cui le assistenti sociali che avevano in carico la famiglia avevano richiesto una consulenza. Quindi, non solo il sessantenne non ha aiutato la famiglia ma si è pure invaghito della bambina abusando sessualmente di lei. Patetiche, inoltre, le motivazioni addotte dai giudici per giustificare l'assoluzione: la ragazzina assumeva comportamenti seducenti. Ecco spiegato l'arcano per i giudici. Roba da Arabia Saudita, vero? Peccato che questa vicenda orribile porti al 100% il marchio italiano.

Che dire, dunque, se non che si tratta dell'ennesimo episodio inquietante della saga "Pedofilia di Stato"?

martedì 16 dicembre 2014

Testimonianza di uno psicanalista sugli abusi sessuali in ambito rituale-satanico

Pierre Antoine Cotnareanu, psicanalista francse, parla della sua esperienza clinica con una paziente costretta a partecipare dalla famiglia a riti satanici a cui prendevano parte personaggi molto potenti. La sua è una testimonianza straordinaria perché, oltre a denunciare l'esistenza di uno stretto intreccio tra pedofilia e satanismo, costituisce una prova che il satanismo è intergenerazionale, si trasmette cioè di generazione in generazione all'interno di un gruppo ristretto di famiglie molto influenti sul piano politico ed economico. Lavorando in équipe con altri professionisti, il dottor Cotnareanu ha accertato che la paziente non era schizofrenica o affetta da altri disturbi, in poche parole che stava raccontando la verità, cioè quanto aveva realmente vissuto. 
Ovviamente qui non si parla di satanismo nell'accezione comune di croci rovesciate, sgozzamenti di galli e caprette in un cimitero abbandonato, bensì di pratiche rituali ultrasegrete dietro le quali ci sono quasi sempre forti interessi di controllo e e manipolazione mentale. 
Il magistrato Paolo Ferraro ha studiato a fondo le tecniche di manipolazione mentale praticate dal fior fiore della psichiatria istituzionale (deviata) e dalle sfere più alte dell'esercito. Per ogni approfondimento rimandiamo al suo ottimo blog, http://www.paoloferrarocdd.blogspot.it/ dove si può trovare un'ampia e accurata documentazione sulle sue scoperte in quest'ambito e sulle sofferenze da lui patite per aver denunciato quanto aveva scoperto e quanto sta accadendo di terribile nella società, senza che l'opinione pubblica ne sia minimamente informata.

Mysterium iniquitatis - Il mistero del Male




Pochi si troveranno discordi sull'affermazione, corroborata da centinaia di prove fattuali, che oggi il Mysterium iniquitatis - per citare una celebre espressione utilizzata dall'autore della Seconda Lettera ai Tessalonicesi - prende la forma, terribile, abietta e ripugnante, della disumanizzazione dell'essere umano, della mercificazione del suo corpo, fino all'ultimo brandello di carne. Non stiamo parlando dei meccanismi, subdoli ma ormai ampiamente smascherati, del consumismo e dei suoi effetti schiavizzanti sulla psiche degli individui. Stiamo parlando di qualcosa di infinitamente più strisciante e sottile e perciò meno facilmente identificabile a livello di opinione pubblica, sebbene alcuni recenti segnali di risveglio rappresentino un indicatore inequivocabile di una certa presa di coscienza da parte di alcune frange della società civile. Qualcosa di altamente subdolo, dicevamo, che si è annidato all'interno delle istituzioni, politiche e sociali, fino a rendersi invisibile, se non addirittura tollerato o quand'anche protetto.
Il mysterium iniquitatis a cui alludiamo è quel fenomeno noto alle cronache come pedofilia e pedopornografia. La pedofilia, che nell'immaginario collettivo rimanda all'idea di un losco individuo privo di remore morali che frequenta i giardinetti pubblici o si apposta fuori dalla scuola per scegliere le sue piccole vittime. Questa è più o meno l'idea semplicistica e allo stesso tempo fuorviante - alimnetata dai media main stream e dagli stessi ordini di professionisti come avvocati, psichiatri e alcune associazioni e organizzazioni in difesa dell'infanzia - che il cittadino medio ha del fenomeno del pedofilia. Niente di più lontano dalla realtà. Come numerose indagini internazionali hanno dimostrato, indagini portate avanti da magistrati coraggiosi, poliziotti non corrotti e cittadini privati che hanno a cuore l'infanzia, la pedofilia è tutto fuorché un fenomeno riconducibile alle turbe psichiche di criminali senza scrupoli. O più esattamente: la pedofilia è un fenomeno ad anelli concentrici, una piramide a blocchi, di cui l'ultimo, quello più basso, quindi più visibile e soggetto all'esposizione mediatica, è costituito dal pedofilo comune, ovvero dal singolo criminale che adesca, rapisce, sevizia i bambini, che compra il materiale pedopornografico, lo condivide con altri esseri maledetti della sua stessa razza e, spesso lo rivende. Ma questo, appunto è l'ultimo anello di una catena di cui la stragrande maggioranza delle persone non sa dove termina. Chi gestisce il traffico della pedopornografia? Per quali scopi e per conto di chi? Chi sono i mandanti, gli emissari? Ci sono aspetti nascosti del problema di cui i media tacciono, per ignoranza o perché hanno ricevuto precisi ordini di non affrontarli? E se sì, come farli venire allo scoperto?
Queste sono alcune delle domande alle quali questo blog cercherà di rispondere, attraverso indagini incrociate, condivisione di materiali, notizie e tutto ciò che permetterà di fare luce sullo scandalo del secolo, cioè la violazione continua dei bambini con la complicità dei media, delle istituzioni e di tutti coloro che anziché proteggerli preferiscono tacere e far finta di non vedere.
Una direzione privilegiata verso cui questo blog indagherà sarà, come anticipato dal titolo, l'esistenza di strette connessioni tra satanismo, pedofilia e poteri forti. Dato il significato ambiguo e spesso mistificatorio attribuito al termine "satanismo", è opportuno aprire una nota di delucidazione terminologica. Con il termine "satanismo" noi non ci riferiamo nel modo più assoluto al fenomeno delle sette di paese, i cui membri sono per lo più fanatici di haevy metal, di stregoneria e altri riti pseudopagani. Ci riferiamo invece a delle pratiche rituali legate alla conservazione e alla gestione del potore, nei suoi risvolti politici, economici, culturali, da parte di cerchie ristrette di persone che occupano i livelli più elevati della società: politici altolocati, finanzieri, banchieri, magnati dell'editoria, cardinali ecc. Si tratta di pratiche che queste élites si tramandano fin dalla notte dei tempi per assoggettare, ricattare e manovrare a proprio piacimento i loro membri, in modo da poterne controllare ogni mossa e far sì che obbediscano ai loro ordini occulti. Tali pratiche hanno indiscutibilmente un marchio satanico, nel senso che, come numerosi testimoni e investigatori hanno rivelato, quasi sempre si connotano come culti legati all'adorazione di antiche divinità pagane. In questa cornice, il sacrifico di bambini riveste una precisa funzione rituale: il bambino che viene stuprato, ucciso fino alla morte o bruciato vivo è il capro espiatorio che queste personalità disturbate offrono al loro "dio". Un dio dai contorni spesso sfumati che, se non è possibile sempre identificare con il Satana biblico, è possibile in ogni caso identificarlo con una divinità malvagia, a cui i negromanti dell'élite sacrificano le loro primizie per ricavarne energie e propiziare i loro progetti, anch'essi malvagi. Almeno, questo è il credo idolatrico che emerge da una ricca documentazione in nostro possesso.
Favole? Creduloneria? Sindrome da complottismo? Staremo a vedere. Chi scrive è consapevole che il rischio che si corre quando si indagano argomenti di estrema delicatezza come la pedofilia e i suoi circuiti internazionali a sfondo satanico è quello di seguire piste fallaci e lasciarsi prendere dall'emotività, abbandonando così i sentieri dell'analisi rigorosa ed obiettiva. Sarà il lettore a giudicare il lavoro svolto e la serietà di chi scrive. Verranno di volta in volta pubblicate prove, evidenze documentali e ogni altro tipo di indizi, per offrire al lettore tutti i tasselli utili a ricostruire da sé il complesso mosaico di questa incredibile piovra tentacolare chiamata pedofilia. Le sorprese non mancheranno.
Seguiteci e buona lettura a tutti!